Ho iniziato a leggere questo libro senza saperne nulla, con il gusto e la speranza di chi si è sempre emozionato con i film di Ferzan.
Con stupore, mi sono trovato a ripercorrere la quotidiana storia di un uomo che ha attraversato con i suoi anni gli stessi anni miei, in una Roma che è proprio come la ricordo io, quando per la prima volta ho cominciato a mettere il naso nel mondo, nell'amore e dentro di me.
A tratti ho dovuto trattenere improvvisi singhiozzi di commozione e mentre il flusso di ricordi dell'autore mi scorreva dentro e riaccendeva lontane memorie, facendo luce sulle note scritte in piccolo dentro ciascuna delle mie rughe, una consapevolezza forte e malinconica si è risvegliata.
Sulle nostre vite, sui nostri anni più sensibili, sono passati giganteschi treni rombanti e inarrestabili lasciandoci immersi nel pulviscolo multicolore delle nostre illusioni e delle nostre speranze. Hanno fatto di noi, in un attimo breve e terribile, dei sopravvissuti a cui non è rimasto che crescere.
La nostra capacità d'amare è così diventata più profonda e un po' malinconica, sorridiamo ma dentro abbiamo laghi di sangue.
20 giugno 2016
Sei la mia vita [di Ferzan Ozpetek]
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