30 novembre 2010

Lustri fa: "Amor passio est" - 5 maggio 1985

È tutta la vita che ti aspetto e ho trovato soltanto le tue ombre nella mia testa. Continuamente precipito dall'azzurro al grigio, senza fine continuo a cadere, perdendomi sempre più in questa follia di ostinarmi a credere che esisti. "Amor passio est", e la mia è una passione a vuoto e mi chiedo e stupisco di come l'anima possa avere tanta forza da continuare a cantare, a sognare, a volare.

Scrollo le ali e saggio il vento:
è molto debole e io sono troppo stanco
per librarmi ancora, con le mie sole forze.
La tua forza amore, il tuo coraggio di amarmi,
le tue braccia forti e la tua voce che mi canta,
sono le stelle che illuminano la mia fantasia.
Nella tua immensità io mi perdo,
disegnando fiabe con gli acquerelli del cielo.
dei tuoi occhi, delle mie lacrime,
e siedo nel sole che sorge
confondendolo con te o con la vastità,
sconfinata distesa ridente della mia anima.
Ti chiamo credendo nell'universo,
cercando la tua mano fra i fiori,
oltre l'orizzonte;
ti chiamo gridando come i ragazzi
che giocano, ti chiamo,
felice di te, mio compagno, e poi...
mentre il mondo si fa scialbo e vecchio,
riconosco in me un uomo solo
che vola sulle ali di un immenso cigno rosso
verso i laghi del cielo.

L'amore per la vita e per un uomo ideale possono essere grandi e forti ma è come avere per tutta la vita una gravidanza isterica.

18 novembre 2010

Lustri fa: "Aspri sapori di vuoto" - 22 aprile 1985

Ho sognato il terremoto, ancora si annuncia l'uragano e nel giallo acido dei miei occhi brucia il cigno dalle piume rosse, la poesia è di polvere e sabbia, e lontani sogni, opachi come rondini in un mattino di nebbia, sfumano ancor più fra i pochi bagliori dei miei capelli. Aspri sapori di vuoto.

E verso le mie lacrime...
splendono un cielo, un cigno, uno specchio d'acqua.
Mattini pieni di caffè,
i fili dei tram,
ed il mio amore stanco di cuori freddi,
di solitudini taglienti.
Segni di vita sul mio volto,
lacrime e grida senza fiato.
Precipito straziato.

17 novembre 2010

Lustri fa: "Il mondo magico" - 16 aprile 1985

Una farfalla si è posata sul mio viso, ed io ho sperato di riuscire ad andare alla velocità del vento. 
Ho visto alberi coperti di rosa e rondini e notte nei prati. Vivere con leggerezza è lasciarsi mozzare il fiato da una immagine improvvisa, da un colore, da uno sguardo, da un fiore.
Ogni notte sognando scompaiono le assurdità della realtà e io entro nel cielo attraverso le porte della fantasia e vivo quel mondo uguale e rovesciato, fantastico e orribile.
In questi giorni il mondo magico sta chiamando i miei occhi, forse è la condizione del vivere sognando, senza stridori. Quanto è grande l'amore per la vita!

Pochi fogli, una penna, una vita.


16 novembre 2010

Lustri fa: "Lento, lento" - 3 aprile 1985

Lento, lento scivola il tempo,
ma non basta per guardare
il fondo del suo abisso,
ed è già ora di morire.

Dove sei ragazzo della vita,
compagno e fratello delle mie mani,
quando piango perché non riesco a trovarti?
Io già ti amo....

Giunchi ed orchidee, campanule e rose,
frullìo d'ali, di sole, di luna,
ed il canto sussurrato del mondo vivo,
sono una dolce pace, ma non bastano.

E posso cantare, scrivere e sognare,
ballare per giorni e anni,
ma l'amore non viene a riempire di profondità
i giochi della mia vita.

Lustri fa: "Due parole" - 24 marzo 1985

Lascia due parole in fondo al tuo cuore,
due bisbigli del nostro amore,
due sogni distratti, due tramonti perduti,
per quando ricorderai
che io ti amavo
nel sole e nel vento.
Senza paura volavo nella tua fantasia
e nei tuoi occhi vedevo le stelle.
Lascia che due mie parole
non svaniscano come un breve arcobaleno,
per quando mi racconterai
e dimenticherai di dire, ancora,
che eravamo in due tra quelle nuvole,
che ti piacevano le mie spiagge lontane,
quando ti dicevo queste due parole:
ti amo.

10 novembre 2010

Lustri fa: "Fili di sole" - 21 marzo 1985

Fili di sole nel sole del mattino,
seduto nella luce respiro
i sapori antichi dei miei anni,
pensando ad un amore,
all'infinito futuro,
cantando la mia primavera

Benvenuta fanciulla, restia e radiosa, quando riesco a vederti nel verde dei prati coi capelli di luce e di sole, con le mani fra i fiori, gli occhi d'azzurro ed i tuoi sogni perfetti, che sorgono più alti e più lontani dell'orizzonte. Benvenuta Primavera.
A volte ti perdo e si spegne la tua luce e la tua speranza nei miei occhi, perché sei la dolce Fanciulla che il soffio dei giorni uccide. Eppure il tuo canto irradia nuova forza se nel silenzio del cuore risuona la pace nostalgica di una vita serena.
È mia la colpa se piango e dispero, perché ho fretta di abbracciarti e perdermi con te fra le erbe alte dei tuoi campi.
Sottesa è la mia anima dall'alato desiderio di ritornare a te, di vivere puro e santo, di un amore perfetto e divino, senza angoscie corporee, senza essere prigioniero di questa pelle che cambia colore e brucia d'amore.
Immalinconito è il mio cuore dal sogno di poter essere come quel giovane divino che ha chiamato la mia nascita, San Francesco, il giullare di Dio, "tutto serafico in ardore", che parlava alle creature del mondo e di Dio.
E tu Primavera sei la sua compagna, la sua luce, il suo specchio; ed io posso soltanto rimpiangere quello che la vita e la realtà negano, perfezione e purezza, che in me possono soltanto essere questa poesia con cui parlo di te, immaginaria donna del tempo circolare degli antichi, sorgente argentina del mio cuore, compagna dell'età dell'oro, quando anche io sapevo essere buono e santo, anche io sapevo solo amare, e lontano dal frenetico battere della fornace del tempo sedevo la mattina nel sole. Ed ero d'oro.

02 novembre 2010

Lustri fa: "Notte azzurra" - 27 febbraio 1985


Nella notte azzurra
parlavo con la mia stella,
cucciolo della vita ascoltavo
quel dolcissimo silenzio,
la voce potente di un milione di sogni.
Pensoso sorridevo anche per te,
chiedendo al tempo la mia parte
di futuro e di morte;
ricevendola imparavo,
mentre il silenzio fuggiva,
mentre i sogni sembravano tacere,
e nel caos, con le ali rotte dal terrore,
precipitavo nella coscienza, nella maturità.
Laggiù nelle gelide bianche tenebre
della mia mente invecchiata,
ho scoperto, luminosissimo,
il canto della mia stella
che ancora aspetta che io sieda,
in una notte azzurra,
ad ascoltare la sua pace,
ad aprire gli occhi puri
sul fluire dell’universo e dei sogni.
La preghiera dell’amore.

Lustri fa: "Lacrime nella mia mano" - 19 febbraio 1985

Ho camminato con te all’alba,
lungo questa spiaggia,
fino ai lidi della luce.
Il mare era già fatto di luna,
il cielo un fuoco d’alabastro,
e ti stringevo la mano.
Parlavo di dolci e lontane canzoni,
fiducioso cantavo l’oro e la luce,
e ti stringevo la mano.
E tu nella luce sei scomparso,
hai lasciato un po’ di lacrime
nella mia mano,
un po’ di foglie cadute e tristi,
al posto della tua ombra.
E di tutto quel fiorire
è rimasto nulla,
ed io d’improvviso al buio
ho guardato per l’ultima volta le stelle,
chiedendomi perché
è così fondo il dolore
ed impossibile il destino.
Ancora amo te e la vita,
nonostante il buio, io vivrò.

Lustri fa: "Polvere d'oro" - 14 marzo 1985

Fra i ciottoli argentei di un ruscello,
nel profumo di viole e mimose,
abbandonato
nel sole delicato del pomeriggio, aspetto.
Dipingo l'arcobaleno e rifletto nei miei occhi
una figura: un fanciullo sui prati verdi,
pochi panni e pelle liscia e dorata,
col suo agnello sulle spalle,
innocenza e amore.
Lui non piangerà, non ingrigirà,
ed ancora sognerà il suo futuro,
il suo cammino.
Per me tutto questo è un segreto,
che vivo ancora, dopo molti te,
dopo molto fumo e dolore,
dopo tutto questo gelo,
e non so più cosa sarà di me,
e del mio sentire;
ma vorrei poter ancora sognare
quel tempo impalpabile e puro,
la mia polvere d'oro.