Un giorno conobbi un vecchio che passeggiava nel verde con i suoi cani, gli ultimi compagni. Pensai a me e alla mia vecchiaia, io, giovane e già stanco.
Ricordai le mie fantasie, i miei sogni, i campi dorati e fioriti, gli ulivi, le colline ed il cielo più puro di un cristallo; ricordai la mia voce, le mie corse e le sue mani che avrei voluto stringere ed i suoi occhi che avrei voluto baciare. Mi chiesi se quel vecchio ripensava mai ai suoi sogni, di quando non era prigioniero del mondo, di quando non era ancora stato ucciso dal dolore. Dolore.
E vidi il mio dolore come una immensa montagna di fumo, di polvere, di freddo, che allucinante schiacciava il mio corpo, straziando ogni cellula; e vidi i miei occhi, e nei miei occhi un bambino che muore.
Eppure quel vecchio se ne è andato via, con i suoi cani, dopo avermi parlato del suo amore per gli animali e della sua solitudine, come è successo altre volte, senza lasciare granché, senza lacrime o parole di vita. Ed io, troppo vivo per sentirmi placato, ero di nuovo solo sull'asfalto di questa città, a lottare, cercare e cantare; convinto che in un mondo in cui i vecchi non parlano più, possa ancora esserci un futuro ed un amore.
09 dicembre 2010
Lustri fa: "Giovane e già stanco" - 15 maggio 1985
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Pensieri d'altri tempi
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