25 maggio 2011

Andando per cieli

Il ponte che abbiamo costruito con la materia dei nostri sogni
conduce all'altrove che splende sul fondo di questi occhi
che vogliono ridere. Lì continuiamo ad andare.
Ora che sei con me, voglio parlarti di quel ragazzo che ero,
che voleva essere uomo e dipingere un tempo che durasse
più di una vita, più di un numero preciso di giorni...
Ero un giovane dagli occhi verdi e sognanti
che cercava tra le pieghe dei cieli il sorriso di dèi gentili
che ricucissero i suoi strappi e i lembi delle sue ferite.
Intanto dipingeva l'orlo luminoso delle nuvole
con parole nuove e piene di speranzoso dolore.
Non capiva l'evolversi dei segni sul suo viso
ma ostinatamente spendeva il suo cuore
abbracciando.
Quel fanciullo ora si disegna più in alto negli anni.
Vive a un'altra velocità e regge forte la tua mano
ma sa di non essere altro che un ricordo 
rimasto lassù oltre quel ponte.

18 maggio 2011

Lustri fa: "Onde di ghiaccio" - 1 settembre 1986

Onde di ghiaccio, lente le mie ore scorrono sul volto della luna, ripenso e non piango. Vivere è una maledizione, è il brutto destino di un po' di carbonio; sfilacciato il pensiero umano circonda il senso delle cose, ma non esiste senso, neanche nelle nostre miracolose cellule, neanche nella nostra violenta voglia di vivere.
Siamo qui. E basta.
Sono cieco e non posso vedere il mio cuore, le mie mani che sfiorano i tasti di questo MondoComputer, ed è per questo che vivo. Intuisco la confusione imprevedibile e l'assurda regolarità che costituiscono la realtà, ma non riesco a sentire meglio, a percepire il suono orrendo di ciò che è fuori.
Il mondo non ha profumo, né si può toccare veramente, e neppure sulla mia pelle, o nella solitudine di tutti i miei sguardi, ritrovo la bellezza di capire un piccolo perché.
Piano però, nella luce debole del sole, attaverso le piume di piccoli pennuti, vedo una pace: è silenziosa, piccola, ma occupa il mio giorno, che non cresce più, non si illumina.
Tenebre e chiasso sono l'inferno che ritrovo ogni mattina, fra le lenzuola dei miei pensieri.
Non è molto il dolore, non è grande, scorre e scivola piano, mesto, ma non tenta neanche di uccidermi, ma piano incupisce i miei giorni e ritorno a vivere di sogni, uniche varianti alla logica ripetizione delle cose. Senza senso.