Il ponte che abbiamo costruito con la materia dei nostri sogni
conduce all'altrove che splende sul fondo di questi occhi
che vogliono ridere. Lì continuiamo ad andare.
Ora che sei con me, voglio parlarti di quel ragazzo che ero,
che voleva essere uomo e dipingere un tempo che durasse
più di una vita, più di un numero preciso di giorni...
Ero un giovane dagli occhi verdi e sognanti
che cercava tra le pieghe dei cieli il sorriso di dèi gentili
che ricucissero i suoi strappi e i lembi delle sue ferite.
Intanto dipingeva l'orlo luminoso delle nuvole
con parole nuove e piene di speranzoso dolore.
Non capiva l'evolversi dei segni sul suo viso
ma ostinatamente spendeva il suo cuore
abbracciando.
Quel fanciullo ora si disegna più in alto negli anni.
Vive a un'altra velocità e regge forte la tua mano
ma sa di non essere altro che un ricordo
rimasto lassù oltre quel ponte.
Nessun commento:
Posta un commento